venerdì 15 gennaio 2010

Erotomania di Eduardo Fiorito



Erotomania - Dramma sul conflitto israelo-palestinese



Erotomania è la distanza dall’oggetto del proprio desiderio: carnale, umano, politico, ideologico, personale. E’ l’esproprio della persona dalle sue volontà. E’ un’intera realtà geopolitica che precipita nell’intimità di una relazione privata e ne travolge la vicenda e la storia. E’ la follia che nasce dal vedere il proprio corpo seguire una strada che la coscienza rifiuta. E’ l’impossibilità di scegliere.”

La storia comincia in una stanza qualsiasi a Gaza. La luce sporca del tramonto scivola dalle imposte semiaperte e bagna di rosso sangue la polvere del letto, delle valigie, dei vestiti abbandonati dappertutto. Judith e Amì in una scena d’amore senza tempo né luogo. Li scopriremo invece israeliana e palestinese quando si vestiranno dei loro accenti, dei loro nomi, dei loro ruoli, dei loro pensieri. Ognuno in lotta con sé stesso, nella coscienza di essere alla vigilia di un evento che cambierà la loro vita in maniera irreversibile e li dividerà per sempre. Li vedremo completamente fagocitati in un contesto geopolitico che li ha fatti soldati, utili a cause opposte, prigionieri di fazioni che irrompono nel loro privato con tutta la violenza di una realtà alla quale è stato impossibile sottrarsi. Li troveremo in balia di forze che non hanno potuto controllare, che hanno legato il sentimento dell’orgoglio e della rivolta al terrorismo ed allo spionaggio militare.



Lo spettacolo nella stagione 2003-2004 è stato portato in tournée nelle maggiori città italiane da Eduardo Fiorito e Maricla Sediari. Nel 2004 il testo è stato segnalato dalla giuria di uno dei maggiori premi di drammaturgia nazionale (Premio di drammaturgia contemporanea Ugo Betti, presidente Renzo Tian). Per due stagioni consecutive (2004 e 2005) è stato prodotto dal Teatro delle Moline di Bologna riscontrando notevolissimo successo di pubblico e di critica.
Ha fatto parte del progetto "Silence" .



“SILENCE” è la notte che divora i nostri orizzonti, la sera in cui camminiamo, il giorno che illumina l’attimo in cui le labbra vorrebbero pronunciare il suo nome.


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