sabato 16 gennaio 2010

Il Gioco di Adam



Il Gioco di Adam ha debuttato nel gennaio di quest’anno al Teatro dell’Orologio di Roma. E’una storia d’amore annebbiata dai tradimenti, soffocata nei ricordi, persa in un dedalo inestricabile di menzogne, doppiezze e giochi più grandi dei protagonisti che li inscenano. Stella e Adam cadono e volano via come anti-eroi moderni, danteschi e infernali, che annodano l’odio alla passione, la tenerezza all’erotismo, l’amore alla depravazione. La distanza che li separa diviene l’ossessione che li possiede e che tentano di arginare stringendo, graffiando, spingendo l’uno contro l’altro corpi che non riescono ad amarsi veramente, chiusi come sono in una gabbia senza luce dove la realtà si confonde con la fantasia, le cose importanti con quelle da cancellare, i momenti da conservare nella memoria con quelli da abbandonare.
Lo sguardo affonda nell’intimo della dimensione privata: Adam e Stella si gettano e scivolano nella rielaborazione di un tradimento, costruito e rimosso dall’immaginario, dove la carne è denudata dalla società, dalla politica, dalla finzione, come da ogni metafora che conduca i significati altrove da dove realmente essi sono, in un raffinato susseguirsi di erotica violenza, sospesa nella dialogia teatrale, e di elegante efferatezza. La malattia del vivere si annida nella quotidiana brutalità, scivolando fra gesti che mille volte si ripetono con la disinvoltura di chi viaggia e passa oltre, di chi lacera credendo di abbandonare i misfatti del passato nel passato. E’ un lavoro spoglio ed inquieto, testimone di una situazione di malessere più generale, che l’autore sente come male oscuro e centrale della vita relazionale: vale a dire il suo appiattimento ontologico, la mercificazione del corpo, lo sfruttamento e la strumentalizzazione dell’altro come scandaloso strumento di potere e di inganno.

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